L’ergonomia come leva per l’approccio Lean Thinking

Il Lean Thinking non è più soltanto un insieme di tecniche pratiche, ma una vera e propria filosofia aziendale volta a massimizzare il valore per il cliente, minimizzando ogni forma di sprecoSpesso, quando si parla di processi snelli, l’attenzione si concentra su flusso, pull e takt time, ma si rischia di trascurare la risorsa più preziosa: il contributo umano. È qui che l’ergonomia delle postazioni di lavoro entra in gioco, dimostrandosi un investimento fondamentale.

Una postazione di lavoro ergonomicamente ottimizzata non si limita a prevenire infortuni o malattie professionali; è il catalizzatore di maggiore efficienzaqualità e motivazione. L’obiettivo è semplice ma profondo: consentire alle persone di lavorare senza sprecare risorse fisiche o cognitive, trasformando l’ambiente operativo in un supporto attivo alla produttività. Questo approccio integrato, che fonde la ricerca dell’ottimizzazione produttiva con l’attenzione al benessere fisico, è la chiave per catene del valore più resilienti ed efficienti, tipiche di un percorso di miglioramento continuo e di Lean World Class®.

L’impatto economico dell’inefficienza ergonomica sulla produzione snella

L’errata progettazione delle postazioni di lavoro comporta un costo esorbitante e spesso sottovalutato, che si traduce in cifre tangibili sui bilanci aziendali. I dati parlano chiaro: una quota significativa delle assenze dal lavoro, che in alcuni settori arriva a quasi un quarto del totale, è direttamente attribuibile a problemi muscoloscheletrici. Questi non sono semplici disagi temporanei, ma rappresentano interruzioni del flusso produttivo, costi per la sostituzione degli addetti e, in ultima analisi, una perdita di competitività.

L’integrazione tra Ergonomia e Lean thinking si traduce in un risparmio economico misurabile. Basti pensare: riduzione delle assenze per problemi di natura muscoloscheletrica, efficienza dei processi, riduzione delle attività non a valore aggiunto, sicurezza sul lavoro, qualità del prodotto grazie a un processo robusto e a prova di errore, sviluppo delle competenze sui prodotti e sugli impianti.

Il concetto di Golden Zone: l’area di presa ottimale (uno degli strumenti Lean indiretti)

Il principio fondamentale per l’organizzazione di una postazione di lavoro efficiente consiste nella definizione e nell’applicazione della Golden Zone (o area di presa ottimale). Quest’area non rappresenta una zona fissa e delimitata, bensì uno spazio tridimensionale ideale, immediatamente circostante l’operatore, in cui tutti gli strumenti, i componenti e gli elementi operativi possono essere raggiunti e manipolati con il minimo sforzo e dispendio di movimento.

L’area di presa e il movimento

La progettazione dell’area di lavoro deve minimizzare ogni movimento non necessario. Le rotazioni del busto e i movimenti eccessivi delle spalle, soprattutto sotto carico, devono essere evitati. La Golden Zone, infatti, è definita dal campo di movimento anatomico e fisiologico dell’addetto, garantendo che gli elementi di lavoro essenziali siano accessibili senza allungamenti, torsioni o flessioni faticose.

Applicare correttamente il concetto di Area di Presa Ottimale in un’ottica Lean significa:

  • Ridurre i muda di movimento: Ogni volta che l’operatore si allunga o si sporge inutilmente, si verifica uno spreco (Muda) che non aggiunge valore al prodotto. La Golden Zone combatte questo spreco in modo diretto.
  • Aumentare l’efficienza ciclica: riducendo il tempo necessario per afferrare e posizionare gli oggetti, si riduce il tempo di ciclo complessivo, migliorando il flusso produttivo.
  • Prevenire l’affaticamento: un accesso facilitato previene l’affaticamento muscolare, che comporta un calo delle prestazioni e un peggioramento della qualità.

L’altezza di lavoro (la dimensione verticale della Golden Zone)

Un altro fattore determinante è l’altezza di lavoro ottimale, che costituisce la dimensione verticale della Golden Zone. Questa altezza deve essere calcolata in base a due parametri chiave: la statura del lavoratore e il tipo di attività svolta.

  • L’intervallo sicuro: in generale, l’area di lavoro ottimale in verticale deve essere compresa tra 800 mm e 1500 mm rispetto al pavimento.
  • I punti da evitare: è fondamentale evitare qualsiasi attività che richieda di lavorare sopra l’altezza del cuore. In queste posizioni, la circolazione sanguigna rallenta, riducendo l’apporto di ossigeno ai muscoli e causando un calo di prestazioni. Allo stesso modo, le attività che richiedono di operare sotto gli 800 mm comportano una flessione eccessiva e inutile, affaticando l’operatore. L’area di lavoro idealmente posizionata, quindi, si trova al di sotto del livello del cuore, favorendo un adeguato apporto di ossigeno e un aumento delle performance.

Per attività non continuative che si svolgono su postazioni sedute o in piedi, l’altezza di lavoro media ottimale è di circa 1125 mm, ma tale valore deve sempre essere considerato un punto di partenza per la personalizzazione e l’ottimizzazione dei processi.

Personalizzazione e dinamicità: la flessibilità ergonomica come strumento Lean

Uno dei principi fondamentali della corretta progettazione ergonomica è l’adattabilità. Dato che la forza lavoro è composta da individui con stature e caratteristiche fisiche diverse, una postazione di lavoro ottimale deve essere regolabile. Questo approccio di ergonomia e lean thinking è in linea con il principio Lean del rispetto per le persone e consente un miglioramento continuo delle condizioni lavorative.

La regolazione degli strumenti di lavoro

La Golden Zone e l’altezza di lavoro devono essere personalizzate per ogni operatore, un processo che richiede la regolazione di diversi strumenti di lavoro:

  1. Sedie e pedane: devono essere regolate in modo che la coscia e il polpaccio formino un angolo retto (90°). Similmente, la parte superiore del braccio e l’avambraccio dovrebbero mantenere un angolo intorno ai 90° durante l’attività. Una postura corretta è essenziale per sostenere le prestazioni.
  2. Piani di appoggio e contenitori: l’inclinazione e l’altezza dei ripiani che presentano i materiali devono essere regolate per creare spazi di presa diretti e ridurre i movimenti inutili. Per componenti pesanti, dovrebbero essere utilizzati elevatori e sistemi di sollevamento.
  3. Supporti visivi: le tavole informative o i monitor devono essere montati all’altezza degli occhi per eliminare i movimenti inutili della testa.

La corretta regolazione di banco, sedia, supporti e contenitori non è un’operazione da eseguire una tantum, ma un processo dinamico che deve essere controllato regolarmente per far fronte al turnover del personale e ai cambi di processo o di prodotto.

L’importanza dell’attività dinamica nel flusso produttivo

L’ergonomia non si limita alla postura statica. Il corpo umano è progettato per il movimento, e l’attività statica prolungata (come rimanere seduti o in piedi per periodi eccessivi senza variazioni) compromette la circolazione sanguigna e l’apporto di ossigeno ai muscoli, determinando un deterioramento delle prestazioni lavorative.

L’approccio Lean prevede l’implementazione di attività dinamiche e la promozione di frequenti cambi di postura e di sollecitazioni fisiche diverse. Una strategia complementare è la job rotation, che consente di distribuire lo sforzo fisico su diversi gruppi muscolari, riducendo il carico su singole parti del corpo e migliorando l’efficienza complessiva.

Ergonomia, Visione e Qualità (Poka-Yoke)

Un ulteriore aspetto fondamentale della progettazione ergonomica riguarda l’ambiente visivo, che incide in modo significativo sulla qualità del lavoro. Un’ergonomia visiva adeguata supporta efficacemente la strategia Poka-Yoke (a prova di errore), minimizzando la probabilità di difetti dovuti all’affaticamento o alla distrazione.

  • Illuminazione ideale: un’illuminazione corretta è essenziale per prevenire l’affaticamento precoce, migliorare la concentrazione e ridurre il rischio di errori. È necessario evitare forti contrasti, abbagliamenti e riflessi che possono affaticare la vista e compromettere l’attenzione dell’operatore durante le attività lavorative.
  • Campo visivo ottimizzato: è fondamentale ridurre al minimo i movimenti superflui della testa e degli occhi. Inoltre, mantenere gli oggetti e i punti di ispezione a una distanza costante dalla vista dell’operatore elimina la necessità di una messa a fuoco continua, un processo che può stancare rapidamente la vista e rallentare il lavoro.

Il miglioramento delle condizioni visive consente all’operatore di concentrarsi sul valore aggiunto dell’attività, riducendo al minimo il Muda. L’adozione di questi strumenti di miglioramento continuo è una caratteristica distintiva di un approccio Lean World Class®.

L’Ergonomia come fondamento della performance sostenibile

L’integrazione tra Ergonomia e Lean Thinking rappresenta una strategia aziendale lungimirante e strategica. L’implementazione dei principi della Golden Zone (o Area di Presa Ottimale) non si limita al mero rispetto delle normative, bensì costituisce l’adozione di un modello operativo in cui la salute e il benessere delle risorse umane risultano direttamente correlati all’efficienza e all’efficacia produttiva.

L’ergonomia efficace non rappresenta unicamente un atto di rispetto verso le persone, ma si configura come un autentico motore di crescita aziendale:

  • Incremento della produttività: la riduzione dei movimenti superflui e dell’affaticamento consente di ottenere prestazioni superiori e più costanti nel tempo.
  • Miglioramento della qualità: operatori meno affaticati e più concentrati riducono significativamente il margine di errore.
  • Riduzione degli sprechi (Muda): i tempi e i costi associati ad assenze, infortuni e movimenti non necessari vengono drasticamente ridotti.

L’approccio Lean richiede l’ottimizzazione di ogni fase della catena del valore. Garantire che le postazioni di lavoro siano progettate in funzione delle capacità e dei limiti dell’essere umano costituisce l’ottimizzazione più fondamentale e, nel lungo periodo, la più profittevole che un’organizzazione possa implementare. Porre le persone al centro della strategia aziendale, assicurando loro un ambiente di lavoro dinamico e personalizzato, rappresenta la chiave autentica per una produzione snella, integrata e, soprattutto, competitiva, orientata al raggiungimento del Lean World Class®.

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