Nel panorama industriale contemporaneo, la ricerca dell’eccellenza operativa attraverso il metodo lean è una costante. Le aziende si sforzano di ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi e, soprattutto, garantire la massima qualità dei propri prodotti e servizi. In questo contesto, il Predictive Quality Control (PQC) emerge come una delle frontiere più promettenti, rappresentando un’evoluzione fondamentale rispetto ai tradizionali approcci al controllo qualità. Non si tratta più solo di identificare i difetti a valle, ma di anticiparli e prevenirli, un concetto alla base della filosofia operativa Lean Thinking.
Prima di scoprire il controllo qualità predittivo, è fondamentale comprendere il metodo lean, filosofia operativa nata in Toyota che ha rivoluzionato il modo di pensare la produzione e i servizi. Il metodo lean si basa sull’eliminazione sistematica degli sprechi (muda), sulla creazione di valore per il cliente e sul miglioramento continuo (kaizen). Questo approccio mira a ottimizzare i flussi di lavoro, ridurre i tempi di attraversamento e minimizzare le attività che non aggiungono valore, mantenendo sempre al centro le esigenze del cliente finale.
In questo contesto, è essenziale fare un passo indietro e riflettere su cosa intendiamo per “qualità”. La qualità di un prodotto o servizio si definisce come la sua capacità di rispettare le caratteristiche critiche per la Qualità (CTQ) dal punto di vista del Cliente. Questo significa andare oltre la mera conformità a specifiche tecniche, abbracciando l’intera Customer Experience.
Un sistema qualità, in quest’ottica, è l’insieme di tutte le risorse (persone, strumenti e approcci, …) che consentono ad una organizzazione di realizzare prodotti o servizi di qualità, garantendo quindi la soddisfazione del Cliente in un’ottica di miglioramento continuo. Per costruire un sistema qualità robusto, è necessario definire una struttura organizzativa che permetta da un lato di perseguire e migliorare continuamente la soddisfazione dei propri Clienti e dall’altro di rendere sempre più efficaci ed efficienti le proprie modalità operative.
Consideriamola da diverse prospettive:
Il percorso per realizzare prodotti o servizi di qualità si snoda attraverso quattro macro-fasi:
L’impatto economico e di immagine del verificarsi di una difettosità cresce avvicinandosi al Cliente finale, principio fondamentale del metodo lean che enfatizza la prevenzione alla fonte. Individuare un difetto durante il processo produttivo ha conseguenze molto meno gravi rispetto a quando è il cliente finale a scoprirlo.
Questo concetto è al centro del Cost Of Poor Quality (CoPQ). Questi costi, spesso nascosti e difficili da misurare (intangibili), includono le perdite di vendite, consegne in ritardo, riduzione della fedeltà dei Clienti, scorte, tempi ciclo eccessivi e costose modifiche al design. I costi di qualità tradizionali, invece, sono più tangibili e facili da misurare, come il controllo, gli interventi in garanzia, gli scarti e le rilavorazioni. Questo dato identifica un enorme spreco di risorse ma anche un potenziale che, se risparmiato, ritorna a disposizione delle aziende per aumentarne la competitività sul mercato. Sulla nostra esperienza in progetti si può stimare che ammonti al 10-15% del fatturato delle aziende.
Il Quality Control (QC) tradizionale è focalizzato a migliorare la capacità del processo produttivo di non generare difetti, con l’obiettivo di identificare correttamente la fonte delle difettosità per attaccarla e impedire che si ripresenti.
L’approccio tipico utilizzato, in linea con i principi del metodo lean, prevede l’analisi dei processi operativi, la storicizzazione e successiva classificazione delle difettosità e l’attacco sistematico alle fonti di difettosità. I risultati attesi includono un misurabile impatto sugli indicatori legati al mondo della qualità e la creazione di un insieme di standard di processo utili al mantenimento delle condizioni per zero difetti.
Un elemento cruciale in questo processo è la standardizzazione. Standardizzare (Step 5) significa stabilire degli standard per i metodi di lavoro e metterli in atto. Se lo standard esiste, ma non viene usato affatto, significa che: è collocato nel punto sbagliato, non spiega come fare il lavoro correttamente, non può essere seguito come descritto, o produce un difetto se viene seguito correttamente. Se lo standard non esiste, gli operatori eseguono il lavoro a modo loro, con conseguente fluttuazione delle condizioni e quindi, cambiamento di qualità. Quando si preparano gli standard di lavoro, è importante garantire che le procedure di lavoro siano adeguate, che gli standard siano espressi in termini specifici e concreti, e che le norme siano facilmente comprensibili anche grazie ad un uso esteso di diagrammi e grafici.
Il Quality Control, coerentemente con il metodo lean, prevede anche un processo di gestione delle anomalie, in cui il rilevamento dei difetti fa scattare il contenimento immediato:
Questo implica che l’operatore rileva il problema e chiama il caposquadra, il caposquadra risponde al problema, il processo riparte (o continua). Una volta che il problema è risolto, vengono registrati il luogo, l’ora, il motivo, ecc., e le modifiche si riflettono nei documenti di lavoro standard. Si cercano contromisure alla radice per piccoli problemi e si redige un rapporto sulle correzioni a breve termine e sulle azioni correttive per i grandi problemi.
Il Predictive Quality Control (PQC) è una categoria emergente di soluzioni di Intelligenza Artificiale industriale, che forniscono ai produttori i mezzi per ridurre significativamente le perdite di qualità e spreco guidate dai processi, individuando la causa principale rapidamente e prevenendo tali perdite prima che si verifichino. Il PQC notifica agli operatori e ai supervisori i potenziali guasti di qualità con lead time sufficienti per risolvere in modo proattivo i problemi.
I pilastri del PQC sono:
I benefici del Predictive Quality Control sono molteplici:
Il Predictive Quality Control, in perfetta sinergia con il metodo lean, coinvolge diverse funzioni aziendali:
Il Predictive Quality Control è intrinsecamente allineato con i principi del metodo lean. La filosofia Lean si concentra sull’eliminazione degli sprechi (Muda) e sulla creazione di valore per il Cliente, riducendo drasticamente i lead time di produzione. Il PQC contribuisce a questo obiettivo in diversi modi:
Il Predictive Quality Control non è solo una tecnologia avanzata; è un cambio di paradigma nella gestione della qualità che potenzia il metodo lean. Abbandonando l’approccio reattivo del “controlla e correggi”, le aziende possono adottare una strategia proattiva che previene i problemi prima che si manifestino, riducendo significativamente i lead time di risoluzione. Questo non solo si traduce in significativi risparmi economici e miglioramenti dell’efficienza, ma rafforza anche la reputazione aziendale e la soddisfazione del cliente.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale con diverse tecnologie di rilevazione e analisi dati rende questo approccio non solo possibile, ma sempre più accessibile ed efficace. La capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale apre scenari inediti per il controllo qualità in ogni settore industriale, permettendo di ottimizzare i lead time produttivi secondo i principi del metodo lean.
Per le aziende che abbracciano i principi del Lean Thinking e del metodo lean, il Predictive Quality Control non è un’opzione, ma una naturale evoluzione. È lo strumento che permette di avvicinarsi sempre più all’ideale di “zero difetti”, ottimizzando ogni aspetto della catena del valore, riducendo i lead time complessivi e garantendo un flusso di lavoro efficiente e di alta qualità.
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